giovedì 12 novembre 2020

Recensione “Nahui Olin”, di Pino Cacucci

Consigliato a chi vuole immergersi in una vivace Città del Messico attraverso gli occhi di una donna controversa

Un regalo per chi vuole fare un viaggio in Messico negli anni 30 rimanendo comodamente seduto in poltrona 💝

Romanzo 

 

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"Ecco, è così che ti chiamerò [...] Nahui Olín. Il moto perpetuo. L'energia che irradia luce, riacquista vita, la diffonde intorno a sé"

Carmen Mondragon, ribattezzata Nahui Olin, è una donna audace, tormentata, che fa del suo corpo un'arma, una provocazione, l'opera d'arte per eccellenza. Il suo erotismo divampa fin dalla tenera età; è una lolita priva di innocenza, da sempre consapevole del suo ascendente nei confronti del sesso maschile. Esprime la sua forza e la sua sofferenza attraverso il foglio bianco e l'inchiostro, le tempere e i pennelli, attraverso gli amplessi sfrenati dove rimane incastrata per anni nella dinamica vittima/carnefice alternando i ruoli sapientemente. La sua essenza diventa bellezza, arte, icona e al suo tramonto un cliché; Frida in una lettera ad Alessandro Gomez scriverà con estrema amarezza: "Non dimenticherò mai che tu, che ho amato quanto me stessa e forse di più, mi hai considerata come una Nahui Olín o addirittura peggio".
Una lettura che mi è piaciuta moltissimo, che mi ha trasportato in una vivace Città Del Messico nel pieno del fermento culturale e artistico, con una Nahui ardente e viva fino al suo ultimo giorno e malgré tout.


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