giovedì 22 aprile 2021

Recensione “Una vita di giorni impossibili”

Consigliato a chi vive, o ha vissuto, “giorni impossibili” e vuole salvarsi.

💝Regalalo a chi sta attraversando un brutto periodo e ha bisogno di coraggio

Citazione del cuore “Forse le cose impossibili non amano essere decifrate. Forse

vogliono solo che tu veda”.


Per definire questo libro prenderò in prestito una parola di Super Willa: “fantasticissimo”. Questa è la storia di un viaggio attraverso se stessi e alla propria riscoperta. Chi non hai mai desiderato mettersi in contatto con i “sé” del proprio passato e consigliarli su dal farsi? Sarebbe un sogno aprire un varco temporale per cambiare le sorti delle cose perdute o andate storte. Silver Willa, 93 anni, riesce nell'impresa e spedisce una scatola a Willa di mezzo, 33 anni, e a Super Willa, 8 anni, con dentro un barattolo e una semplice istruzione: “piantare un oceano in giardino”.

Un libro surreale, in cui la fantasia diventa salvifica permettendo di sopravvivere ai “giorni impossibili”. Temi profondi come l'abuso, Alzheimer, la tossicodipendenza, i tentativi di suicidio, i traumi infantili, sono toccati con la stessa delicatezza di una farfalla che si posa su un fiore. I personaggi e le ambientazioni sono indimenticabili: Nonnina e il suo tè alla menta; il “Miglior-giorno-in-assoluto che profuma di oceano e patatine fritte; Rospo, il chihuahua coraggioso della protagonista; le fantasticissime storie che Super Willa racconta a sua sorella Lottie per proteggerla dai mostri che vivono sotto i loro letti.

Tabitha Bird caratterizza perfettamente la protagonista, dandogli diverse sfumature rispetto alle diverse età: Silver Willa, capelli d'argento e stivali sgargianti di gomma; Willa

di mezzo, la copia di sua madre e grigie ballerine ai piedi; Super Willa, corone di carta e i suoi “Super Scintillanti Occhiali Cantastorie”. La scrittrice riesce a dare voce alla protagonista che crea, stravolge e capovolge le parole a suo piacimento, inventando vocaboli tutti suoi: “fantasticissimo”, “sghimbescio”, abitudine che riprende da Nonnina che ogni giorno gli regala un parola nuova.

L'articolazione del libro è tripartita e segue le vicende delle tre Willa che coincidono, si confondo e si intrecciano. Riusciranno alla fine a ritrovarsi in unico abbraccio?
Tra le pagine del libro emerge il profumo delle gemme di marmellata ai frutti di bosco, la scrittrice le condivide con noi lasciandoci all'ultima pagina la ricetta, un dettaglio delizioso. 


lunedì 19 aprile 2021

Perché andare in terapia

 

Tre motivi per andare in terapia:

  1. Abbracciare i diversi sé che vivono dentro noi (il fanciullino, l'adulto, l'anziano);

  2. Canalizzare il dolore in maniera positiva e creativa;

  3. Trovare la propria strada a tutti i livelli, professionale compreso.

Dopo la lettura di “Una vita di giorni impossibili” di Tabitha Bird, di cui vi parlerò a breve, colgo l'occasione per affrontare l'argomento psicoterapia.
Come rispondiamo al dolore? Ognuno ha il suo personale modo, l'analisi permette di trovare la strada per canalizzarlo al meglio possibile. Può rappresentare un'utile strategia per ritrovare i sogni perduti, nuove prospettive, desideri inesplorati. Nessuna bacchetta magica, la forza lavoro la metti tu: scavi a mani nude nel tuo cuore. Spesso non si sa come abbracciare i noi stessi che ci vivono dentro e litigano proprio come Silver Willa, Willa di mezzo e Super Willa. La psicoterapia è uno specchio per guardarsi senza deformazioni, è un'opportunità di conciliazione con se stessi, è il recupero del bambino/a che sei stato/a e della persona che diventerai, in mezzo c'è il presente, ci sei tu e la responsabilità nei tuoi riguardi. È un appuntamento con se stessi, è un lungo abbraccio che non lascia fuori nessuna parte di te.

Ho amato profondamente il libro “Una vita di giorni impossibili” perché sono pagine affini al mio universo, è un libro che avrei potuto scrivere io. Grazie Tabitha Bird per avergli dato vita e Biplane edizioni per avermi dato un'occasione di guardarmi dentro. Nei prossimi giorni la recensione del libro.

lunedì 5 aprile 2021

Recensione ”Il bacio più breve della storia” Mathias Malzieu

Consigliato a chi vuole leggere una storia romantica, dolce e surreale

Regalalo a una persona stralunata 💝

Genere: romanzo atipico

 

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Sulle note di It's Now or Never di Elvis Presley, in un teatro di Parigi, si incontrano uno strambo inventore e una ragazza inafferrabile. Si scambiano “Il bacio più breve della storia. Un millesimo di secondo, carnoso e leggiadro. Appena uno sfioramento, un origami. Un accento di cortocircuito. Un tasso di umidità incredibilmente vicino allo zero, qualcosa nell'ordine della polvere d'ombra”. La piccola donna l'istante dopo si volatilizza. Da qui ha inizio la trama di questo viaggio, magico e rocambolesco, alla ricerca della fanciulla scomparsa.

Mathias Malzieu è una conferma per me, questo è il suo secondo romanzo che leggo dopo la meccanica del cuore. Amo la penna dello scrittore francese che utilizza un accostamento di immagini visive spesso contrapposte tra loro; il genere dei suoi romanzi non è mai facilmente identificabile perché é tante cose insieme: una fiaba moderna, surreale, fantasy, malinconica, sensuale, al cui centro, in questo caso, c'è anche un giallo da svelare.

I personaggi sono ben caratterizzati e si delineano facilmente, perché l'universo della storia è piccolo, ma non per questo poco ricco. 

I vocaboli che lui inventa racchiudono le sensazioni provate: parla di “amorcerotti” che proteggono ma quando vengono staccati portano via un po' di pelle, o “paginalate” , quello che accade quando i protagonisti si baciano e tutte le pagine dei libri volano e le parole si staccano e si stampano sulle nuvole.


Curiosità:

It's Now or Never diElvis Presley, rappresenta perfettamente l'atmosfera della storia: 

Mia cara baciami
Sii mia stasera
Domani sarà troppo tardi
Ora o mai
Il mio amore non vuole aspettare”

venerdì 2 aprile 2021

Recensione “La porta” di Magda Szabo

Consigliato ai lettori di Nicchia

Regalalo a chi legge libri poco commerciali 💝

Genere: romanzo

 

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 Questa è la storia di due donne con estrazioni sociali diversissime: una scrittrice borghese a tempo pieno e la sua domestica sui generis Emerenc. La relazione che si intreccia tra loro è profonda e sfaccettata, si alternano momenti di inconciliabile conflitto e autentica vicinanza. Fin dalle prime pagine emerge la “diversità” di Emerenc: scelta dalla scrittrice e il marito come collaboratrice domestica, rivendica ella stessa la scelta di accettare la proposta chiedendo referenze sui datori di lavoro.

Il tempo della storia non è scandito solo nel rapporto tra le due donne, che dura vent'anni, ma anche da un tempo più intimo che è quello di Emerenc. Benché chiusa in maniera ermetica, come un barattolo che si fa fatica ad aprire, emerge un passato torbido e doloro in cui abbiamo lo sfondo di un' Ungheria negli anni della seconda guerra mondiale. Gli unici che sembrano capirla davvero sono gli animali: in modo particolare Viola, il cane della scrittrice. Ad essere impenetrabile non è solo la sua persona, ma anche la porta di casa sua casa. Nessuno ha possibilità di accesso se non lei e i suoi gatti, cosa si nasconderà lì dietro?

Ermenc è una figura indimenticabile, mastodontica, rigida; dietro le sue umili origini si nasconde un'imperatrice di altri tempi. Pudica, schiva, rivendica i suoi spazi fisici e ideali. 

Questo è un libro poco commerciale, ma di culto tra i lettori di nicchia che io mi sento assolutamente di consigliare.