lunedì 18 gennaio 2021

Recensione “Il profumo" di Patrick Süskind

Consigliato a chi vuole leggere la storia di un serial killer atipico

Regalo a chi vuole una lettura insolita 💝

Genere: atipico

 

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Questa è la storia di Jean - Baptiste Grenoille, nato nella Parigi del diciottesimo secolo nel luogo più puzzolente di tutto il regno: la piazza dove un tempo sorgeva Il cimitero degli innocenti. Il protagonista del romanzo viene al mondo tra il puzzo dei pesci e dei cadaveri, da una madre che, dopo avergli dato la luce accucciandosi sotto il banco da macello, tenta di ucciderlo con un coltellaccio da pescivendola. Grenoille viene affidato a diverse balie che si rifiutano di allevarlo, spaventate dal fatto che il neonato non emani nessun odore. Jean- Baptiste è bruttino, non particolarmente interessante o intelligente, con un'assoluta mancanza di empatia, ma ha una caratteristica che lo contraddistingue rispetto agli altri: il suo “fiuto” sopraffino, riuscendo non solo a distinguere ad esempio l'odore del legno, ma riuscendo a percepire le diverse specie di legno come quello d'acero, di quercia, vecchio, giovane e così per ogni cosa esistente. Gli altri leggono il mondo attraverso gli occhi, lui attraverso l'olfatto riesce a “vedere” nel buio più pesto e nei meandri più nascosti. Consapevole del suo dono, e con la voglia di sfruttarlo al massimo, inizia il suo viaggio reale e simbolico attraverso se stesso, i suoi sogni e soprattutto i profumi più disparati. 

All'interno del libro emergono due grandi temi: l'identità e l'amore. Il protagonista è ossessionato dagli odori, ma non ha odore, non ha identità. Questa peculiarità spesso lo faciliterà nel raggiungimento dei suoi obbiettivi: chi non ha odore non esiste, è invisibile. Jan - Baptiste vuole creare un profumo che abbia l'essenza di tutte le donne bellissime, un profumo che parli d'amore proprio lui che non riesce a provarne, proprio lui che ha avuto una madre crudele e fredda almeno quanto il figlio che ha generato. Cosa sarà disposto a fare pur di creare un profumo, finalmente il suo, che sappia d'amore e in grado di assoggettare l'intero mondo? Un indizio ci viene dato fin dalle prime righe in cui si legge:

Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca, non povera di geniali e scellerate figure”. 

Il libro è scritto in terza persona, con la “telecamera” per lo più puntata sul protagonista, ma anche sui i personaggi che lui incontra e che, guarda caso, finiscono sempre per fare una brutta fine; questa ripetizione da parte dello scrittore, che diventa poi prevedibile, l'ho trovata molto carina. Benché noi siamo sempre vicini al protagonista è come se non riuscissimo a decifrarlo fino in fondo, come se Grenoille mettesse distanza non solo tra lui e il mondo, ma anche tra noi lettori e lui. 

Consigliato? Assolutamente si!


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